QUAL VUOL GRAZIA E A TE NON RICORRE,
SUA DESIANZA VUOL VOLAR SANZ'ALI
(Dante Alighieri)

mercoledì 30 aprile 2008

CAPITOLO VII: Le richieste sulla dogmatizzazione del titolo "Corredentrice"

Al Vaticano II, più di 300 vescovi desideravano una definizione dogmatica sulla mediazione universale di Maria; circa 50 pensavano alla definizione di Maria come Corredentrice. Tenendo conto del fatto che la mediazione universale comprende la cooperazione alla salvezza, arriviamo a circa 400 vescovi a favore di una definizione dogmatica (1). Il carattere pastorale del Concilio, però, non permetteva la proclamazione di nuovi dogmi. Il mancato utilizzo del termine “Corredentrice”, ritenuto “verissimo in sé”, fu motivato, come abbiamo visto, da ragioni ecumeniche, ma non è stato fatto una discussione su questo punto. Il Concilio descrive attentamente la cooperazione di Maria alla Redenzione (oggettiva), ma evita d'entrare in questioni discusse in modo controverso (vedi LG 54) (2).
Recentemente è entrato un elemento nuovo con la richiesta da parte di un movimento internazionale, lanciato nel 1993, di definire un dogma con i tre titoli "Corredentrice Mediatrice Avvocata". L’iniziativa si vanta d’avere il sostegno scritto di più 550 cardinali e vescovi e di 7 milioni di fedeli (3). Fra i 47 cardinali che hanno firmato la petizione si trovano fra l’altro Jean-Marie Lustiger (Parigi), John O’Connor (New York) e Christoph von Schönborn (Vienna) (4).
L'elenco dei tre elementi della petizione sembra (almeno a prima vista) un po' sorprendente, indicando tre punti distinti. Fra questi tre punti il titolo "avvocata" non ha bisogno di nessuna definizione, perché si tratta dell'impegno svolto da Maria tramite la sua intercessione. Il titolo "mediatrice" (su cui torneremo) appare già sin dal sec. VIII nella preghiera mariana e compare anche nella Lumen gentium; il Concilio si spiega sul modo di tale mediazione. Giovanni Paolo II sottolinea la mediazione materna di Maria in Cristo e chiama Maria “mediatrice” (5).
E’ meno abituale invece il titolo "Corredentrice".
La petizione del movimento Vox Populi Mariae Mediatrici, sotto la guida del teologo statunitense Mark Miravalle (Università Francescana di Steubenville), nella sua forma concreta, non si spiega solo dal contenuto dogmatico. L’elenco richiesto viene da apparizioni di Maria ad una veggente olandese (Ida Peerdeman, † 1996) che sosteneva d'aver ricevuto dei messaggi su questo punto (6).
Nel 1951, mezz'anno dopo la definizione dell'Assunzione, la "donna di tutti i popoli" chiede di definire l'ultimo dogma mariano, benché questo fatto sarebbe oggetto di contestazioni. Ella promette che la definizione accadrebbe malgrado le controversie teologiche antecedenti e farebbe la Chiesa più forte. Il contenuto del dogma corrisponde alla rappresentazione della "donna di tutti i popoli" davanti alla Croce, aprendo le mani per la trasmissione della grazia.
Il 31 maggio del 2002, il vescovo di Amsterdam, Mons. Punt, ha riconosciuto il carattere soprannaturale dei messaggi dal 1945 al 1959, quindi anche quanto riguarda il dogma mariano. La discussione sugli eventi, però, non si è ancora conclusa e mette alla ribalta anche degli elementi che invitano alla prudenza (7).
La valutazione sull'origine soprannaturale (o meno) di un tale messaggio non condiziona la teologia. Miravalle stesso sottolinea l’indipendenza metodologica del movimento dagli eventi di Amsterdam. Le fonti vere e proprie della teologia non sono rivelazioni private ("private" nel senso che non fanno parte della Rivelazione generale in Cristo, conclusa con la fine del tempo apostolico). Il lavoro teologico consiste invece nello studio della Sacra Scrittura e della Tradizione, se esiste o meno un fondamento solido. Messaggi profetici (se sono autentici) non portano novità dottrinali, ma ribadiscono delle realtà già esistenti nel tesoro della fede e aggiungono eventualmente qualche punto sul comportamento richiesto nel tempo concreto (8).
Il movimento per la definizione del nuovo dogma trova il suo centro negli Stati Uniti dove sono apparsi quattro volumi con articoli vari, anche da autori noti (come Bertrand de Margerie, Michael O'Carroll, Ignace de la Potterie) (9). L’opposizione della maggioranza tra i mariologi a questa iniziativa si manifestò in seguito: i titoli richiesti sarebbero “equivoci”, ed una definizione, almeno per il momento, non sarebbe opportuno specialmente per motivi ecumenici. Così, in breve, il comunicato di una commissione teologica ad hoc, riunita al Congresso Mariologico Internazionale a Czestochowa nel 1996 (10).
Se descriviamo "Corredenzione" semplicemente come "cooperazione all'opera di salvezza", non dovrebbero esserci difficoltà di una definizione dogmatica. I problemi riguardano piuttosto la formulazione più esatta del contenuto, l’atrofia dell’approccio sistematico rispetto alla mediazione mariana nel tempo postconciliare e soprattutto la paura di frenare dei progressi ecumenici specialmente con i protestanti. Del resto bisogna tener conto quanto tempo fu necessario per arrivare alla definizione dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione. Sarebbe strano aspettare la definizione di un dogma come un fulmine dal ciel sereno senza preparazione adeguata nella teologia e nel sensus fidelium. Oppure, come lo formula Brunero Gherardini (favorevolissimo al titolo della Corredentrice): "so bene che i tempi della Chiesa non sempre corrispondono alle accelerazioni dei tempi nostri" (11). Per una definizione dogmatica, inoltre, ci vuole sempre qualche motivo particolare che rende utile il massimo impegno del magistero ecclesiale (12).


1) Cf. ESCUDERO CABELLO (1997) 86-92; CALABUIG (1999) 139s.
2) Cf. MIRAVALLE (2003) 167-187.
3) Vedi MIRAVALLE, The Immaculate Conception (2004) 36. Cf. www.voxpopuli.org.
4) Vedi la lista riportata da P. M. SIGL, Die Frau aller Völker. Miterlöserin Mittlerin Fürsprecherin, CH-Goldach 1998, 90s.
5) Cf. HAUKE, Die mütterliche Vermittlung (2004). Vedi tra l’altro CM 65 (“Maria Mediatrice”, 1.10.1997).
6) Sul seguente cf.SIGL, op. cit..
7) Vedi per esempio le varie prese di posizione nel quotidiano cattolico Die Tagespost, 4.7.2002, p. 12; 9.7.2002, p. 12; 16.7.2002, p. 12; inoltre T. LINTNER, “Holländisch, mal anders”: Kirchliche Umschau 7/2002, pp. 2s.10s; H. e N. ALLES, “Einige Hintergründe zu Amsterdam”: op. cit., 13s. Le voci positive si raccolgono facilmente nel libro di SIGL, op. cit., e su internet: www.laudate.org (“Famiglia di Maria Corredentrice”).
8) Torneremo su questo punto nel cap. sulle apparizioni mariane.
9) Cf. MIRAVALLE (1995, 1996, 2000, 2002). Sulla stessa linea una buona parte dei contributi in MARY AT THE FOOT OF THE CROSS I-IV (2000-2004); MARIA CORREDENTRICE I-VI (1998-2004).
10) Dichiarazione della Commissione Teologica del Congresso di Czestochowa: L’Osservatore Romano, 4.6.1997, 10. Cf. A. AMATO, "Verso un altro dogma mariano?" Marianum 58 (1996) 229-232; A. B. CALKINS, "'Towards another Marian Dogma?' A Response to Father Angelo Amato, S. D. B.": Marianum 59 (1997) 159-167; CALABUIG (1999); ESCUDERO CABELLO (1999); AA. VV.: MIRAVALLE (2000) 109-166; HAUKE, Maria, “compagna del Redentore” (2002) 56s.
11) GHERARDINI, op. cit. (1998), 11.
12) Vengono formulati dieci motivi in M. MIRAVALLE, “Mary Co-redemptrix: A Response to 7 Common Objections”: ID., Mary Co-redemptrix (2002) 93-138: una chiarezza maggiore nella spiegazione teologica; un progressoj per l’ecumenismo che deve affrontare l’intero tesoro della verità; uno sviluppo adeguato della dottrina mariana; l’affermazione della dignità della persona umana e della sua libertà (di fronte al “sì” di Maria all’Annunciazione e sotto la Croce); la valorizzazione della dignità femminile; la sottolineatura della dovuta cooperazione umana con la divina grazia; il valore redentivo della sofferenza; l’unità maggiore all’interno della Chiesa tramite una definizione pontificia; la valorizzazione della testimonianza dei Santi del sec. XX; una nuova “effusione di grazia” dopo il chiarimento.

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