QUAL VUOL GRAZIA E A TE NON RICORRE,
SUA DESIANZA VUOL VOLAR SANZ'ALI
(Dante Alighieri)

mercoledì 30 aprile 2008

CAPITOLO IX: MARIA "Madre della Chiesa"

Nel contesto della mediazione mariana possiamo anche trattare il titolo "Madre della Chiesa" (1), proclamato da Paolo VI durante il concilio Vaticano II, alla fine della terza seduta, il 21.11.1964. Questo titolo viene usato per ribadire l'impegno di Maria per l'intera comunità dei credenti, non soltanto per situazioni individuali.
Al fondamento del titolo si trova il compito materno di Maria, novella Eva, nei riguardi di tutti quanti che appartengono (o dovrebbero appartenere) a Cristo. Già Ireneo mette insieme Maria e la Chiesa come "grembo materno che fa rinascere gli uomini in Dio" (2). Sono importanti anche i riferimenti a Gn 3,20: Maria, nuova Eva, come "madre di tutti i viventi" - così fra l'altro Atanasio, Efrem e Pietro Crisologo (3). Un'altra traccia importante è la visione agostiniana della Chiesa come il Cristo totale (Christus totus); Agostino afferma, citato dal Vaticano II: Maria è "veramente madre delle membra (di Cristo) ... perché col suo amore ha cooperato a far nascere nella Chiesa i fedeli che di quel capo sono le membra" (4).
L'uso del titolo "madre della Chiesa" era discusso in modo controverso al Vaticano II. Le obiezioni consistevano soprattutto nel fatto che Maria stessa fa parte della Chiesa, pur essendo il membro più eccellente. Si può essere madre di una realtà alla quale si appartiene? (5) Ma "Chiesa" qui è ovviamente inteso nel senso delle altre membra del corpo mistico di Cristo. Non basta l'approccio ecclesiotipico alla mariologia (Maria come tipo della Chiesa), ma bisogno anche tener conto della richiesta cristotipica: Maria partecipa in favore della Chiesa all'influsso salvifico che parte dal Salvatore. Mentre nell'integrazione dello schema mariano nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa aveva trionfato (con pochissime voci) la corrente ecclesiotipica, Paolo VI ristabilì l'equilibro, accogliendo le richieste della corrente cristotipica, proclamando solennemente il titolo "Madre della Chiesa".
La testimonianza più vecchia del titolo proviene da un commentario medievale su Ap 12, scritto da Berengaudo (fra il sec. IX e XII): "Possiamo intendere in questo passo con la 'donna' anche Maria: perché è la madre della Chiesa, poiché ha generato colui che è il capo della Chiesa". Il teologo aggiunge subito: "E' figlia della Chiesa, poiché è il membro più importante della Chiesa" (6). Ruperto di Deutz († 1129), in un commento sul Cantico (4,13) chiama Maria "la fonte dei giardini, la sorgente di acque viventi; la fonte dei giardini, dico, cioè la madre delle chiese ..." (7).
Nel sec. XIII ritroviamo il titolo sotto la penna di un cistercense inglese, nella stessa prospettiva: Maria è figlia della Chiesa universale, ma anche la madre di essa; "poiché è sicuramente madre del capo, viene compresa in modo non inconveniente anche come la madre del corpo" (8). Il titolo mater ecclesiae compare poi in testi liturgici a partire dai sec. XIII e XIV (9). Lo vediamo anche in testi teologici dello stesso tempo, pur rimanendo in un numero piuttosto scarso. Il titolo viene poi usato fra l'altro da Pietro Canisio. La poca risonanza sembra risalire ad una descrizione piuttosto individualista del ruolo di Maria, mettendo indietro la prospettiva ecclesiale (10).
Come già riferito, incontriamo a partire dal sec. XI più frequentemente l'interpretazione di Gv 19,26-27 per indicare la maternità universale di Maria.
Benedetto XIV apre la fila dei Papi che parlano della maternità di Maria nei confronti della Chiesa (1748). Come primo papa Leone XIII usa formalmente il titolo mater ecclesiae, indicando Gv 19,26s (Giovanni come rappresentante del genere umano) e At 1,14 (Maria in preghiera in mezzo alla Chiesa nascente prima della Pentecoste) (11). I Papi seguenti parlano della maternità di Maria per tutte le membra del corpo di Cristo che è la Chiesa. Giovanni XXIII e Paolo VI usano il titolo di nuovo espressamente.
In occasione della solenne proclamazione del titolo, Paolo VI lo fondò sulla maternità divina: siccome Cristo assunse la natura umana da Maria, unì a sé come capo il suo corpo mistico che è la Chiesa. Come Madre di Cristo Maria è quindi anche madre dei fedeli e dei pastori, cioè della Chiesa (12). Nel 1968 il Papa confermò quest'affermazione nel "Credo del popolo di Dio": "Crediamo che la santissima Madre di Dio, nuova Eva, madre della Chiesa, dal cielo ora adempie il ruolo di madre verso le membra di Cristo, con il quale viene in soccorso perché la vita divina germogli e cresca nelle anime di tutti gli uomini redenti" (13). Giovanni Paolo II, nella Redemptoris Mater, cita queste indicazioni e aggiunge: "Maria è presente nella Chiesa come Madre di Cristo, e insieme come quella madre che Cristo, nel mistero della Redenzione, ha dato all'uomo nella persona di Giovanni apostolo. Perciò, Maria abbraccia, con la sua nuova maternità nello Spirito, tutti e ciascuno nella Chiesa; abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa" (14).
Maria, da una parte, è membro e tipo della Chiesa (aspetto ecclesiotipico). Ma allo stesso momento, ella trascende la Chiesa tramite il suo ruolo materno verso tutti gli altri fedeli, partecipando all'opera di Cristo (aspetto cristotipico). Questa trascendenza si esprime nel titolo "Madre della Chiesa", indicando la dispensazione universale delle grazie nel contesto ecclesiale.


1) Cf. W. DÜRIG, Maria - Mutter der Kirche, St. Ottilien 1979; GALOT (1991) 353-368; A. BODEM, "Mutter der Kirche": Marienlexikon 4 (1992) 553-555; G. ROVIRA (ed.), Ungetrübter Spiegel. Maria, Mutter der Kirche, Essen 1992; J. A. RIESTRA, “El titulo ‘Mater Ecclesiae’ en los manuales recientes de mariología”: Annales theologici 10 (1996) 449-469; ZIEGENAUS (1998) 218-232.
2) Cf. sopra, cap. 3. 2. 1.
3) Cf. ZIEGENAUS (1998) 219s.
4) De verg. 6, citato in LG 53. Su altri riferimenti patristici cf. GALOT (1991) 362-364.
5) Uno degli oppositori del titolo al concilio sostenne addirittura: se Maria è la madre della Chiesa nostra madre, sarebbe la nostra nonna. Cf. POZO (1990) 58.
6) (Pseudo-)Ambrogio, In Apoc. (PL 17,876 C/D). Cf. O. STEGMÜLLER, "Berengaudus": Marienlexikon 1 (1988) 435.
7) In Cant. 4 (PL 168, 898).
8) Cf. DÜRIG 16s; GALOT (1991) 362.
9) Il testo più vecchio è un tropus sul "Salve Regina" (biblioteca di san Gallo): Virgo, mater ecclesiae/Aeternae porta gloriae/Ora pro nobis omnibus/Qui tui memoriam agimus (DÜRIG 20).
10) Cf. ZIEGENAUS (1998) 221s.
11) Enc. Adiutricem populi, 1895 (EE 3, n. 1219). Ambedue i riferimenti appaiono anche in Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater 24, sulla maternità di Maria in favore della Chiesa.
12) AAS 56 (1964) 1015.
13) Credo del popolo di Dio, n. 15 (COLLANTES, p. 977).
14) RM 47. Vedi anche Giovanni Paolo II, CM 63 (“Madre della Chiesa”, 17.9.1997).

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